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Patrimonio, un'eredità da condividere

2018 - 2020

Introduzione

La scelta del titolo da parte della commissione, approvata dal Collegio dei docenti, può e deve essere spiegata da più punti di vista.

In prima battuta occorre interrogarsi sul concetto di patrimonio. Una definizione univoca risulta piuttosto difficile perché si è modificata nel corso del tempo. In una sua passata accezione, il termine indicava quasi esclusivamente un'eredità, ovvero dei beni e delle proprietà lasciati ad un erede attraverso un testamento o una donazione, secondo delle pratiche culturali consolidate. Oggi, invece, la parola può esprimere in modo più ampio l'insieme dei beni culturali del passato. Secondo la definizione fornita dall'UNESCO, per "patrimonio" si intendono dei luoghi specifici (una porzione di paesaggio, una città, un edificio, un complesso archeologico, una montagna, una foresta e così via) riconosciuti per le loro qualità naturali, culturali o scientifiche. Tuttavia, i beni culturali e i luoghi acquisiscono una valenza patrimoniale unicamente se esiste una pratica culturale ad essi associata, che li arricchisca di senso. La particolare attenzione dedicata oggi alla conservazione e alla trasmissione di un patrimonio immateriale ne è una sintomatica conseguenza.

Con la seconda parte del titolo, la commissione desidera fare emergere un'altra peculiarità del patrimonio, ossia l'importanza della condivisione. Il titolo invita ad una maggiore consapevolezza del fatto che il progetto di istituto è un percorso che, in qualche modo, interpella tutti, non foss'altro che a livello di semplice consapevolezza di fondo. In un momento di frammentazione culturale e di specializzazione portata all'estremo come quello cui si sta assistendo, la commissione sente l'urgenza di mostrare che la cultura è una, un'unità, non un insieme di immagini parziali scollegate tra loro e dalla vita: una riflessione fondamentale per il mantenimento di una diversità culturale di fronte alle spinte della globalizzazione. Se una comunità ritiene un oggetto, un luogo, una tradizione degni di patrimonializzazione, tale tutela risulterà una ricchezza e un'occasione per tutte le parti implicate, riconoscendone la valenza e costruendo un rapporto di alterità virtuoso. Questa "fluida" definizione del concetto di patrimonio rappresenta una sfida e un'opportunità per la comunità scolastica, chiamata ad interrogarsi sul significato in tutte le sue accezioni e forme. Una riflessione che non si vuole unilaterale e calata dall'alto, ma che mira ad attivare gli allievi con progetti che li coinvolgano.

Il percorso biennale si apre con l'allestimento della mostra "Itinerari attraverso il nostro fragile patrimonio: scoprire, preservare, trasmettere". La mostra è organizzata nel contesto della campagna #Unite4Heritage, lanciata nel 2015 dall'UNESCO e oggi diventata un movimento globale, con l'obiettivo di celebrare il patrimonio culturale, di denunciarne la distruzione intenzionale a opera di gruppi estremisti e di promuovere la consapevolezza delle persone sulla responsabilità di salvaguardarlo. Essa illustra la ricchezza e la diversità di un patrimonio che, salvaguardato e trasmesso di generazione in generazione, appartiene a tutti. L'esposizione, inaugurata il 22 ottobre 2018, si protrae fino alla fine del mese successivo.

La seconda attività rivolta a tutta la comunità scolastica è intitolata "Patrimonio: un'esperienza mia, nostra, di tutti". Essa intende interrogare gli allievi su quale istanza decida cosa sia meritevole di patrimonializzazione e cosa no. L'attività pone l'attenzione sulla percezione che gli allievi hanno del patrimonio, sottolineando in particolare l'importante contributo culturale delle gite di studio alla formazione liceale. Il progetto prevede che in un primo momento gli allievi scattino delle istantanee (dei "selfie") che li ritraggano insieme ad un bene patrimoniale; in seguito devono accompagnare l'immagine con una didascalia che ne chiarisca la rilevanza e le ragioni conservative. Lo scopo finale dell'attività è quello di allestire un'esposizione presso l'istituto che documenti la varietà delle percezioni e degli oggetti scelti. Alle classi prime viene indirizzata l'attività "Laboratorio Patrimonio" (29-30 aprile 2019). Essa introduce gli allievi al concetto di patrimonio e al processo di patrimonializzazione. Gli allievi hanno l'opportunità di focalizzare la loro attenzione su patrimoni di diverso genere (naturale, costruito, immateriale) conservati grazie a degli interventi e delle azioni del "Museo etnografico della Valle di Muggio".

Le classi terze sono introdotte al tema del patrimonio attraverso la conferenza dell'architetto Luca Dal Pozzolo dal titolo "Il patrimonio culturale tra memoria e futuro" (9 aprile 2019). La riflessione condotta dal relatore ha attirato l'attenzione sul valore del patrimonio culturale, tematica che caratterizzerà in parte il dossier di Scienze Umane per l'anno scolastico 2019-2020. Diversi altri momenti di riflessione sono stati proposti dai singoli docenti durante le proprie lezioni oppure in corrispondenza di attività svolte all'esterno (gite di studio, giornate di approfondimento OC (16 aprile 2019) e OS (25-29 marzo 2019).

Le attività previste per l'anno scolastico 2019/20, annullate causa pandemia, non si sono potute svolgere nemmeno nell'anno 2020/21. Resta vivo l'invito di integrare la tematica del patrimonio all'interno di future uscite di studio.

Patrimonio: un'esperienza mia, nostra, di tutti

Il progetto intende approfondire la percezione che gli allievi hanno intorno a questa tematica e far conoscere l’importante contributo culturale delle gite di studio alla formazione liceale. In queste particolari occasioni il progetto prevede che gli allievi scattino delle istantanee (dei “selfie”) che li ritraggano insieme ad un oggetto patrimoniale accompagnando l’immagine scattata con una didascalia che ne chiarisca la rilevanza e le ragioni conservative.

Ci siamo recate in gita di studio a Padova, dove abbiamo anche avuto l'occasione di visitare Arqua Petrarca, l'antica cittadina dove è morto il famoso poeta.

Entrando nella sua casa la nostra attenzione è stata catturata da un dipinto del XVI secolo che rappresenta il proprietario di casa mentre indossa la corona d'alloro, a indicare il suo prestigio letterario. Casa Petrarca è stata infatti adibita a museo solo verso la fine del XV secolo e inizio del XVI secolo, epoca nel quale il fenomeno artistico noto come petrarchismo (cioè l'imitazione della poetica di Petrarca) era molto diffuso in Italia: la casa nella quale il poeta ha terminato di redigere la sua opera più famosa, Il Canzoniere, era dunque un'interessante attrazione per i suoi "seguaci". Casa Petrarca ricopre inoltre un'importanza artistica non irrilevante: oltre che essere ricca di dipinti che, come questo, ritraggono personaggi della casa, è colma di affreschi e imponenti statue.

Anche il più arido deserto sa che sotto la sabbia si agita la vita, così come il più arido cuore se l’innaffi con la dolcezza, fiorisce il seme più bello: l’amore.

Tutto ciò che da un punto di vista culturale o naturale è di eccezionale importanza fa parte del Patrimonio dell’Umanità. E cosa, se non ciò che genera vita, è più meritevole di appartenervi?

Paulo Coelho disse “quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore”, io lungo questo sentiero ho camminato con il cuore e credo di averne lasciato un frammento proprio lì, tra quei raggi di sole, quegli alberi altissimi e quel profumo di magia che avvolgeva i nostri corpi. Un sentiero che è sicuramente entrato nel patrimonio dei mei pensieri e che dovrebbe meritare di essere Patrimonio dell’Umanità.

Ritengo l’acqua, il fiume Tago e l’Oceano Atlantico, un degno patrimonio di Lisbona poiché permise e permette tuttora uno sviluppo sia di tipo culturale e storico, sia di tipo commerciale ed economico del Portogallo; essa mantiene collegata sia il Paese con il resto del mondo sia il suo presente e il suo passato.

Per me sono loro, i nostri giovani, il Patrimonio da conservare!

Lo Stone balancing può essere considerata una performance artistica o arte effimera. Si tratta sicuramente di una tecnica che richiede parecchia abilità e pazienza. Consiste, appunto, nel creare composizioni di pietre poste in equilibrio una sull’altra, che, in diversi casi, sembrano sfidare le leggi della fisica, nonostante sia una disciplina che, ovviamente, si basa proprio su di esse. Si tratta sicuramente di una forma d’arte che nasce e si distrugge in breve tempo, questo tipo di composizioni hanno generalmente una breve durata, che può arrivare ad alcuni giorni, data anche la loro fragilità rispetto al tempo atmosferico.

Per quanto riguarda il valore patrimoniale delle opere d’arte da me scelte, ne riconosco l’importanza a livello di espressione artistica, nonostante non si tratti di opere di chissà quale artista affermato o con un grande significato morale o storico che sia. Infatti in quel luogo hanno per me svolto una funzione decorativa, che rendeva il paesaggio più suggestivo, mi è piaciuto molto imbattermi in questa forma d’arte che mi ha subito colpita, attraverso il modo in cui rendeva più colorata la riva sassosa anche grazie alla loro semplicità. Un’altra come questi artisti abbiano saputo utilizzare qualcosa di naturale, di dominio pubblico, e estremamente semplice come dei sassi per creare qualcosa di piacevole e impressionante. Riguardo la conservazione di questo tipo di opere artistiche, la durata della singola scultura è molto breve, ma può essere compensata dalla continuità nella loro costruzione da parte dell’artista.

Guardando la foto, una persona qualsiasi potrebbe pensare che sia una grande fortuna andare in gita e avere l’occasione di vedere uno dei ponti più maestosi al mondo: il Golden Gate, o almeno così sembra, infatti non eravamo a San Francisco e il ponte in questione è “Ponte 25 de Abril”, che connette Lisbona con il comune di Almada. La sua costruzione è stata attuata da una compagnia di esportazione di acciaio americana (United States Steel Export Company) e dalla American Bridge Company, una compagnia specializzata nella costruzione e innovazione di ponti e altre complesse strutture, che ha costruito anche Oakland Bay Bridge a San Francisco. Il punto di ancoraggio scelto è adiacente al santuario di Cristo Re, nel quale è presente una grande statua di Gesù Cristo nella città di Almada, ispirata alla statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Per attuare il processo di progettazione e costruzione venne fondata la Scuola Americana di Lisbona, nella quale venivano educati degli ingegneri americani portati in Portogallo per la costruzione del ponte.

Come è possibile notare, la progettazione e costruzione del ponte 25 de Abril ha subito enormi influssi dall’America: le relazioni di tipo orizzontale sono molto marcate. Difatti vi è stato un afflusso di informazioni circa i metodi di costruzione del ponte, di forza lavoro come ingegneri e del materiale come acciaio dall’America al Portogallo. La grande somiglianza con il Golden Gate e il Bay Bridge è riconducibile principalmente al fatto che sia San Francisco che Lisbona sono delle zone sismiche, di conseguenza la struttura del ponte è molto simile in modo da garantirgli un ottimo livello di sicurezza. Il fatto che il punto di ancoraggio del ponte sia vicino al santuario potrebbe conferire ad esso un carattere di “via verso la figura di Cristo”, un modo per dare un valore e un significato maggiore al ponte.